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Bonus 200 euro: chi deve restituirlo all’INPS e come

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Il bonus 200 euro è erogato dall’INPS  soltanto in maniera provvisoria. Sarà infatti prerogativa dell’INPS verificare il possesso dei requisiti richiesti in un secondo momento, e poi procedere alla richiesta di restituzione dell’indebito.

Il bonus 200 euro INPS, pensato per dare un aiuto effettivo ai nuclei familiari che ne hanno diritto, richiede alcuni requisiti perché possa essere erogato. Altrimenti si incorre nell’annullamento del beneficio, al quale consegue la sua restituzione. Ma quindi chi dovrà restituire il beneficio? A questa domanda risponderemo nelle prossime righe, ma vediamo prima le modalità di accertamento del diritto a ottenere il beneficio.

Il bonus 200 euro e la possibilità che debba essere restituito

Come anticipato, il bonus 200 euro viene attribuito al soggetto richiedente, verificati i requisiti formali, in via del tutto provvisoria. Seguiranno, da parte dell’Istituto, tutte le verifiche sostanziali del caso concreto, che porteranno alla conferma o alla revoca del beneficio.
I dati richiesti per consolidare il diritto al bonus sono infatti quelli reddituali, in base ai quali esso viene erogato.
Le tempistiche in merito all’accertamento si affermano in un anno solare dalla richiesta. Trascorso un anno senza che l’INPS noti difformità nella richiesta, il beneficio verrà sicuramente confermato.
Occorre dunque capire quando non è possibile richiedere il bonus perché non si rispettano i requisiti.

Bonus 200 euro: quando non può essere richiesto

L’indennità una tantum, erogata dall’INPS, non può essere richiesta da alcuni soggetti, che non rispettano alcune caratteristiche. Queste categorie di soggetti sono riassumibili come segue:

  1. I percettori di Reddito di Cittadinanza, che presentino nel nucleo familiare un soggetto avente diritto al bonus;
  2. Gli incaricati di vendite a domicilio che avessero un reddito inferiore alle 5.000 euro, oppure che non siano iscritti alla gestione separata o siano senza p. iva;
  3. I lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport che non abbiano beneficiato dell’indennità per l’emergenza COVID relativa al decreto sostegni Bis;
  4. I lavoratori autonomi senza partita IVA che non abbiano avuto nessun contributo mensile per tutto il 2021, ovvero che non siano iscritti alla gestione separata alla data 18/05/2022;
  5. I lavoratori dello spettacolo non iscritti al fondo pensione dei lavoratori dello spettacolo o che non abbiano versato almeno cinquanta contributi giornalieri, oppure che abbiano avuto un reddito superiore ai 35.000 euro per il 2021;
  6. I lavoratori intermittenti che non abbiano lavorato per almeno 50 giornate, o che avessero nel 2021 un redito superiore alle 35.000 euro;
  7. I co.co.co. che non abbiano avuto collaborazioni attive al 18 maggio 2022 e non siano iscritti alla gestione separata, ovvero ad altre forme previdenziali obbligatorie e abbiano percepito un redito superiore ai 35.000 euro nel 2021;
  8. I lavoratori domestici che non siano occupati in data 18 maggio 2022;
  9. I disoccupati che non abbiano percepito nel mese di giugno 2022 NASpI, dis-coll o disoccupazione agricola;
  10. I pensionati con reddito assoggettabile a IRPEF superiore ai 35.000 euro;
  11. I lavoratori dipendenti che non abbiano beneficiato, per almeno un mese dal gennaio 2022 al 23 giugno 2022, dell’esonero contributivo IVS pari allo 0,8% “sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore“.

Quando si deve restituire bonus 200 euro

La restituzione, dunque, deve avvenire quando non si hanno i requisiti per ottenere il bonus, e ci si ritrovi quindi nelle categorie precedentemente indicate.
Riassumendo, la restituzione deve avvenire quando:

  • Il soggetto ha percepito un reddito superiore ai 35.000 euro annuali. A tal proposito, nell’apposita area del sito si trova il modulo da compilare perché i titolari del trattamento rinuncino alla prestazione, che altrimenti dovrebbero restituire;
  • È stata comprovata la mancanza di altri requisiti particolari, afferenti alla singola categoria;
  • RdC o indennità di disoccupazione che danno titolo al riconoscimento del diritto vengono revocati;
  • Nel caso emerga che il lavoratore abbia percepito il bonus due volte, da due datori oppure con altre prestazioni;

Modalità di restituzione del bonus

Il recupero del bonus avviene diversamente per categoria:

  • Lavoratori dipendenti: Le istruzioni verranno fornite dall’INPS, in seguito all’accertamento dell’indebito;
  • Tutte le altre categorie: Avverrà la notifica all’interessato e poi si definiranno le modalità della restituzione. Esse potranno essere effettuate tramite compensazione di crediti arretrati verso l’INPS, con trattenute su alcune prestazioni, tipo la disoccupazione o con pagamento in denaro.
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Il termine di restituzione sarà fissato al 2022, tuttavia non sono ancora chiari i termini riguardanti i lavoratori dipendenti, ai quali il bonus viene corrisposto dai datori di lavoro.