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Caro pellet: si può ancora risparmiare ma dovete fare così

Il costo del pellet è eccessivo ma si può rimediare – finanzamoney.it

Il costo del pellet è triplicato, ma un modo per pagarlo meno esiste ancora ed è alla portata di tutti.

Tra le biomasse  più utilizzate per il riscaldamento domestico, il pellet viene prodotto attraverso procedimenti che comportano l’impiego di molta energia elettrica.

A questo fattore, insieme ad altri elementi che spieghiamo in questo articolo, il prezzo del pellet è salito alle stelle. Ma c’è ancora un modo per risparmiare? Vediamolo insieme nel corso dell’articolo.

Il prezzo attuale del pellet

Il costo minimo per l’acquisto un sacchetto di pellet si aggira intorno ai 9 eur, mentre il massimo è stato individuato nei 15 euro. Tuttavia, in vista del caro gas, molte famiglie hanno optato per l’installazione di una stufa a pellet. Di conseguenza, all’aumentare della domanda, una contrazione dell’offerta ha generato prezzi in netto rialzo. Tutto questo sommato al caro energia elettrica, indispensabile per la sua produzione.

I vari tipi di pellet legnoso

Abete e faggio erano i legnami più diffusi in Italia per la produzione del pellet. Questo accadeva fino allo scorso anno, senza contare che l’abete era ritenuto da tutti gli esperti come il legname migliore dal quale ottenere la biomassa in questione.

Attualmente, vista la domanda di pellet alle stelle, è possibile trovare molti tipi di combustibile, dal pellet di castagno fino al pellet di canapa.

In particolare, i tipi di pellet che si stanno diffondendo sono:

  • Castagno;
  • Conifere;
  • Ulivo;
  • Canapa.

Tra le alternative legnose, tuttavia, non ne esiste una più economica in assoluto. per questo motivo occorre guardare ad altre categorie di pellet per risparmiare qualcosa sul costo unitario del sacchetto.

Le biomasse legnose sono care, ma ci sono delle ottime alternative

Il caro pellet, dunque, non si sconfigge comprando un pellet di legno diverso dal faggio o dall’abete, bensì cercando l’alternativa che non sia legnosa.

Queste alternative sono quelle al nocciolino, ovvero il nocciolo dell’oliva, oppure al mais. Anche i gusci di nocciola si prestano alla produzione del pellet, ed adeguatamente trattati possono produrre un ottimo combustibile alternativo.

Molte stufe attualmente in commercio, però, non sono adatte alla combustione di questi tipi di pellet. Per questo esistono dei metodi di conversione del combustibile, che possono essere adoperati per il proprio impianto rendendolo in grado di bruciare tali biomasse alternative.

Per valutare il costo di un kit di conversione, e del suo relativo montaggio, si consiglia di rivolgersi alla casa produttrice del proprio impianto. Se il lavoro non viene fatto a regola d’arte, infatti, si rischia di avere problemi più gravi, che potrebbero causare una perdita di denaro ancora maggiore.

Alternative al pellet tradizionale – finanzamoney.it

Di conseguenza, si consiglia con calore di valutare molto bene l’installazione di un simile kit, e soprattutto di affidarsi a mani veramente esperte.