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Cosa succede se il convivente è anche un debitore seriale

Ecco cosa succede al convivente del debitore – finanzamoney.it (Foto di Mikhail Nilov su Pexels)

Chi ha molti debiti vive una condizione molto pesante, anche perché è pienamente cosciente della sua situazione debitoria.

La stessa cosa non può dirsi per coloro i quali convivono insieme a un soggetto indebitato fino al collo.

Nel momento in cui avviene il pignoramento dei beni, a seguito del protrarsi delle cartelle esattoriali e degli avvisi di pagamento, infatti, il creditore può rivalersi su tutti i beni del debitore.

Considerato che per i beni mobili non registrati il possesso stesso del bene è prova della sua proprietà, tutto quello che contiene l’immobile può essere pignorato dal creditore.
A ciò si aggiunga che, in alcuni casi, la legge accorda al debitore il decreto ingiuntivo, uno strumento che può portare al pignoramento dei beni del debitore qualora lo stesso non adempia nei tempi e nei modi previsti.

Ma vediamo più da vicino cosa rischia il convivente di un debitore, e perché potrebbe vedersi sottratto i propri beni anche se i debiti fano capo al convivente.

La convivenza e la (presunzione di) contitolarità di alcuni beni

I beni sui quali il creditore farà valere le proprie ragioni a seguito del pignoramento, saranno quelli di maggior valore presenti nell’immobile. Questi vengono perlopiù individuati in strumenti elettronici costosi, oggetti preziosi e, in alcuni casi, pezzi di mobilio pregiato. Per impedire che un bene di valore appartenente al convivente venga pignorato, la proprietà di questo bene deve essere attribuito al convivente non debitore con certezza. Ai fini della prova, l’onere spetta dunque al convivente, il quale potrebbe far valere soltanto dei mezzi che accertano in maniera inequivocabile la sua proprietà.

I mezzi di prova per escludere il pignoramento

Questi mezzi vengono individuati nei seguenti:

  • Scrittura privata registrata;
  • Mezzi di pagamento tracciabili usati per effettuare l’acquisto (carta di debito-credito nominativa, bonifico, bancomat);
  • Atti rogati dal notaio.

Queste prove, del resto, non impediscono che avvenga il pignoramento dei beni, però concedono di fare ricorso e ottenerne la restituzione.

Prendendo in considerazione invece i beni che sono registrati a nome del convivente, come immobili, conti correnti e veicoli, il rischio di pignoramento non esiste. Il solo fatto di essere convivente con un soggetto debitore, non autorizza ad attaccare i beni nominativi del convivente. Questo perché la prova della proprietà del bene è certa, nonché semplice da ottenere.

Se invece la casa sarà cointestata ai conviventi, l’immobile sarà venduto, e dall’alienazione del bene si ricaverà una somma che andrà ripartita in due parti:

  • La parte del debitore sarà pignorata;
  • Quella del convivente verrà a lui restituita per equivalente in denaro.

Stessa situazione avviene in caso di veicoli cointestati.

Se il convivente è un coniuge pieno di debiti

La situazione relativa al convivente coniuge, però, è molto delicata. Infatti, per determinare le modalità di pignoramento dei beni del coniuge convivente, bisogna fare riferimento al regime patrimoniale scelto nel contrarre matrimonio.

Se ci sarà la comunione dei beni, di fatto ogni bene acquisito in seguito alla costituzione della comunione sarà pignorato, perché sarà di proprietà d’entrambi a prescindere dall’acquisto singolo.
Per vedere quali beni non rientrano nel regime della comunione legale, potrebbe interessarvi la lettura di questo articolo.

Attenzione alla comunione dei beni – finanzamoney.it (Foto Adobe Stock)

Se invece si sarà optato per la separazione dei beni, allora i due coniugi saranno sostanzialmente dei coinquilini in merito alla proprietà dei beni, e potranno dunque far valere le condizioni viste all’inizio dell’articolo.