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Aumenti non solo al gas, cosa conviene realmente: quando il riscaldamento diventa una doccia fredda

Rincari sul riscaldamento: le fonti di riscaldamento utilizzate nel 2022 – finanzamoney.it

Questo inverno vede aumenti non solo sul gas ma anche sui combustibili utilizzati per stufe e camini. Ma allora qual è la scelta più conveniente?

Ormai le temperature invernali si stanno facendo sentire ma con queste si prospettano anche le stangate dovute dalle bollette. Motivo per cui milioni di italiani hanno deciso di passare a metodi alternativi come stufe e (per chi ne ha la possibilità), camini.

Ma è veramente la scelta più economica? Considerando la situazione attuale che ha portato aumenti nel settore del gas, il prezzo dei combustibili è aumentato insieme alla richiesta del mercato.

In Italia ma anche nel resto dell’Europa, le famiglie che hanno scelto fonti alternative al gas sono aumentate significativamente. gli ultimi dati registrati da AIEL vedono, solo nei primi 5 mesi del 2022, un aumento delle vendite di stufe del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021.

A spiegare la situazione attuale sarebbe Codacons che ha realizzato un’indagine sul caso. Le statistiche che sono emerse spiegano quanto dovrebbe costare riscaldare un appartamento nei mesi invernali in base all’impianto riscaldamento scelto.

Le fonti di riscaldamento: i costi nel 2022

In Italia si contano oltre 8,3 milioni di stufe e caminetti, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna. Come spiegato in precedenza, questa forte richiesta porta con sé degli aumenti. La maggiore domanda di pellet e legna da ardere segna l’aumento del prezzo a dettaglio del combustibile. A gravare gli aumenti ne è complice la situazione in Ucraina che porta minori importazioni dall’estero.

L’indagine ha portato alla luce aumenti su ogni fonte alternativa al gas:

  • aumento del pellet del 175% sulla base dell’anno precedente. Un sacco da 15 kg che costava in media 4,35 euro nel 2021, quest’anno è passato a 12 euro.
  • Sulla legna da ardere, vediamo un incremento del 43,7%, passando da un prezzo iniziale di 167 euro a tonnellata nel 2021 ad un attuale 240 euro nel 2022.
  • Il bioetanolo per camini e bruciatori invece, aumenta del 57%,
  • Un litro di gasolio per il riscaldamento passa da 1,398 euro al litro del novembre 2021 agli attuali 1,849 euro, contando un incremento del +32%.
Dati Codacons sul costo del riscaldamento – finanzamoney.it

Le statistiche dei costi in base al mezzo di riscaldamento

Questi rincari riflettono molto sulle spese familiari, Codacons ha rilevato che per riscaldare per esempio, un appartamento da 100 mq ricorrendo al pellet servano circa 2.145 euro. Per un impianto a gasolio invece, 1800 euro. Se invece, si utilizza una caldaia a gas naturale, ne occorrano 1.180. Il metodo più economico? con una spesa di 750 euro di piazza al primo posto in fatto di risparmio il riscaldamento a legna. Ma la società italiana di Medicina Ambientale ha portato alla luce una problematica ben nota per cui lancia l’allarme: “Stufe, camini, legna e pellet determinano una crescita dei livelli di inquinamento atmosferico, con danni sul fronte della qualità dell’aria anche all’interno delle case e ripercussioni sulla salute pubblica..” – Questo quanto spiegato dal presidente Alessandro Miani – Questa situazione economica rischia realmente di gravare sull’inquinamento già abbastanza presente. In Italia i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di PM10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi. Le stufe a legna, invece, immettono 2.651 tonnellate di PM10. Dati da non tralasciare nonostante il risparmio che ne deriva.

Published by
Daniela Guglielmi