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Reddito di cittadinanza: l’offerta “non congrua” che taglierà il sostegno a milioni di italiani nel 2023

Reddito di cittadinanza: addio all'offerta di lavoro congrua nel 2023
Finanzamoney.it

L’offerta congrua si presenta come minaccia per milioni di percettori: si accetta il lavoro o si perde il sostegno. Cosa succederà nel 2023?

Se i percettori del reddito di cittadinanza pensavano che la Legge di Bilancio 2023 avesse riservato brutte notizie con la riduzione a 7 mesi del sostegno, adesso dovranno fare direttamente i conti con un’amara quanto discutibile realtà.

L’offerta congrua: questo aggettivo tanto banale quanto significativo è stato tolto dal testo di legge con il nuovo emendamento introdotto e firmato da Lupi (Noi Moderati), nei scorsi giorni.

La manovra del reddito di cittadinanza infatti, prevedeva la proposta di offerte lavorative da accettare se non si voleva perdere il sostegno: tali proposte dovevano definirsi “congrue” in quanto dovevano essere inerenti al percorso di studio, lavorativo della persona ma soprattutto il luogo di lavoro doveva rientrare nella distanza massima di 80 km dall’abitazione del cittadino. Neanche lo stipendio offerto sarà un diritto di opposizione.

Inutile negare che questa decisione del Governo di centro destra ha creato non pochi scompigli. Il cittadino disoccupato si trova ufficialmente davanti ad un periodo dove dovrà apportare cambiamenti importanti e cercare attivamente (meglio se autonomamente) un lavoro prima di andare in contro a brutte sorprese.

Offerta Congrua eliminata dal reddito di cittadinanza: il motivo

I centri per l’impiego a partire da gennaio 2023, non si dovranno più accertare di proporre un’offerta di lavoro che soddisfi tutti i requisiti del percettore. In questo caso starà al buon senso degli stessi impiegati ricercare soluzioni idonee, ma non sarà più il percettore a potersi opporre alle proposte offerte.

Reddito di cittadinanza: addio all'offerta di lavoro congrua nel 2023
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Risulta sufficiente che un’offerta sia “a norma di legge”, mentre “il resto, la congruità appunto, vuol dire tutto e niente”. Queste sono e prole espresse da Maurizio Lupi (di Noi Moderati) sulla modifica apportata. Secondo Lupi infatti, questa aggiunta nel testo di Legge risulta scomoda in quanto confusionaria: un motivo in più per rifiutare offerte lavorative.

D’altro canto il cittadino non avrà ufficialmente più libertà di scelta: un rifiuto equivarrà alla perdita del sostegno. Per il momento la cancellazione della congruità dell’offerta resta esclusivamente sull’articolo 7 del decreto 4 del 2019, quello che tratta le sanzioni. L’articolo 4 che stabilisce che il beneficiario non può rifiutare le offerte congrue per adesso rimane invariata. Il leader di Noi Moderati ha affermato che si tratta di un errore che verrà “risolto in tempi brevi”. Il Governo è infatti, convinto di questa modifica. L’obbiettivo finale rimane quello di scremare la quantità di percettori del reddito di cittadinanza per poi abolire ufficialmente il sostegno nel 2024.