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Sfratto esecutivo: è possibile richiedere la sospensione grazie ad un patto con l’Onu

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Lo sfratto moroso, se contestato, può essere bloccato grazie al patto firmato tra l’Italia e l’Onu. Vediamo come

La situazione affittuaria in Italia, negli ultimi anni ha subito una brutta ripercussione sui costi degli immobili stessi, portando gli italiani ad avere veri e propri problemi di morosità. La crisi economica non aiuta di certo l’affittuario che mese per mese si ritrova a dover fare i conti con affitti spropositati. La liberazione del mercato delle locazioni, infatti, ha fatto aumentare in maniera eccessiva il prezzo degli affitti e non a caso, negli ultimi 40 anni le richieste di sfratto da parte del proprietario sono cresciute del 111% (136% per morosità) e gli sfratti eseguiti sono aumentati del 50%. 

A tal proposito Onu ad inizio dicembre ha chiesto all’Italia di aumentare i sussidi per gli affittuari. La richiesta prevede inoltre, di garantire l’accesso a strutture di base necessarie per coloro che ne necessitano e offrirgli un alloggio adeguato. Purtroppo, tale richiesta è stata respinta in quanto visto che la Legge di Bilancio attuale ha azzerato i fondi per i contributi affitto. 

Tuttavia, in Italia esiste una possibilità di bloccare lo sfatto esecutivo. Si tratta di un accordo intrapreso anni fa tra l’Onu e il nostro paese. Vediamo come funziona 

Come bloccare lo sfratto con le petizioni all’Onu

A partire dal 2021, l’Assemblea di autodifesa dagli sfratti ha iniziato ad utilizzare le petizioni individuali all’Alto Commissariato per i Diritti Umani come strumento legale per venire in difesa delle persone morose. Questo avviene basandosi sul patto internazionale per i diritti economici, sociali e culturali con il quale si stipula che ogni persona ha diritto ad un alloggio dignitoso. Nel 2015 L’Italia ha inoltre firmato un patto che prevede agli Stati firmatari, la sospensione dei procedimenti che possono violare il diritto stesso. Chi, infatti, e a rischio sfratto esecutivo può bloccare la procedura tramite la compilazione di petizioni da inviare all’Onu. Esiste anche il manuale di autodifesa dagli sfratti in cui vengono dettagliatamente spiegati i passaggi di tale procedura così da poterla inoltrare in autonomia. 

Blocco dell’esecutivo di fratto: la procedura

Il blocco dello sfratto può essere sospeso, ma in maniera momentanea e i casi che permettono tale blocco prevedono la presenza di minori, anziani o persone con disabilità all’interno dell’immobile stesso. La petizione da inviare all’Onu è gratuita e può essere compilata dal diretto interessato. Il limite per molti rappresenta il fatto che tale domanda non è in italiano bensì in inglese, francese, spagnolo e russo. Per tale problematica basterà affidarsi a chi conosce in maniera discreta una di queste lingue. 

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Alla petizione vanno allegati i documenti della procedura di sfratto: sentenze, denunce e ricorsi. Dopo tale invio non resterà che attendere la decisione dell’Onu; se questa risulta positiva la sospensione dovrà arrivare al tribunale che lo ha ordinato. 

A fare questo procedimento sarà l’Onu stessa alla rappresentanza italiana di Ginevra che lo trasmetterà e al Comitato Interministeriale dei Diritti Umani. L’avvocato del soggetto moroso dovrà quindi porre opposizione all’esecuzione della sentenza di sfratto mostrando davanti al Giudice la lettera positiva dell’Onu. Una volta fatto tutto, il tribunale dovrebbe sospendere lo sfratto in attesa che le autorità locali non trovino un alloggio alternativo al cittadino. 

Published by
Daniela Guglielmi