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Cosa bisogna fare per salvaguardare la salute del cervello dopo i 60 anni

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Un interessante studio pubblicato di recente svela quali sono le azioni preventive da compiere assolutamente per poter avere dei benefici a livello cerebrale dopo i 60 anni. Ecco tutti i dettagli

Quanto volte abbiamo sentito dire che la prevenzione è una delle strade migliori da percorrere per arrivare alla longevità. Probabilmente troppe. Di rado però ne abbiamo preso coscienza. Nulla di più sbagliato. Come dice un vecchio detto, prevenire è meglio che curare.

Stavolta a testimoniarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology dai ricercatori della California University diretti da Xiaqing Jiang, famoso per aver sviluppato l’indice MCC per l’ictus ischemico. Lo spunto che è stato analizzato è che sviluppare patologie cardiache da giovani espone ad un rischio triplicato di compromissione delle funzioni cognitive nella cosiddetta fase delle mezza età.

Cervello sano dopo i 60 anni: cosa è necessario fare da giovani per evitare complicazioni future

Quindi scompensi cardiaci, malattie della carotide o delle arterie periferiche o coronaropatie oggi potrebbero essere deleterie per il cervello domani. I ricercatori infatti hanno monitorato per 30 anni 3.146 soggetti da quando avevano un’età compresa fra i 18 e 30 anni fino al raggiungimento dei 55 anni.

Il 5% di questo campione intorno ai 48 anni ha presentato almeno uno dei sintomi di cui sopra e successivamente sono stati sottoposti a dei test neuropsicologici per valutare la loro capacità di pensiero e di memoria e altri aspetti correlati. Per quanto riguarda l’esercizio inerente la capacità di ricordare una lista di parole a distanza di 10 minuti, i punteggi andavano da un minimo di 0 ad un massimo di 15. La media è stata di 8,5 punti. Chi aveva avuto a che fare con problemi cardiaci non è andato oltre i 6,4 punti.

Il test sulla cognitività globale aveva come valori minimi e massimi 0 e 30. Il punteggio medio è stato di 23,9 punti. Punteggio calato a 21,4 nei casi di problematiche riguardanti il cuore.

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Dati che vanno analizzati in maniera approfondita visto che da 26 in su è tutto nella norma. Quando si oscilla dai 22 in giù si ricade nel MCI acronimo di mild cognitive impairment che tradotto letteralmente significa compromissione cognitiva lieve. Si tratta di una smemoratezza patologica che può rappresentare lo spettro della demenza senile.

A confermare questa tesi è stata anche la scansione cerebrale su coloro che erano stati colpiti da patologie cardiache. La risonanza ha evidenziato che la materia grigia era iperintensa. È un tipico segno di danno vascolare cerebrale. Dunque, meglio essere lungimiranti ed evitare situazioni di potenziale stress reiterato per il cuore.

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Antonio Pilato