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Un videogioco può essere considerato una droga? Sembrerebbe di si

Fortnite
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Un famosissimo videogioco molto in voga tra i nuovi teenager è stato considerato al pari della cocaina: pesante condanna del giudice.

Chi di noi non ha mai effettuato una partita ad un videogame di una qualsiasi console? Che sia Playstation, XBox o qualsiasi altra piattaforma per giocare, ormai i giochi virtuali fanno parte del nostro quotidiano da molti anni.

Non sempre apprezzati da tutti e talvolta addirittura demonizzati, ad oggi circa la metà della popolazione mondiale, ovvero 3,1 miliardi di persone, gioca abitualmente ai videogiochi.

Un numero davvero vastissimo con tantissimi titoli tra i più giocati nelle nuove console, ma anche in quelle considerate classiche e più “vintage”.

Eppure sembrerebbe che ci siano anche molte persone che non siano assolutamente d’accordo nell’utilizzo spasmodico dei videogame: ecco infatti cosa è successo in Canada con un famosissimo videogioco per ragazzi messo sotto inchiesta.

Il videogioco incriminato: ecco di che titolo si tratta

Stiamo parlando di Fortnite, il titolo creato da Epic Game che sta spopolando negli ultimi anni, dando la possibilità agli utenti anche di giocare e combattersi online in vere e proprie battaglie sparatutto.

Nonostante il successo planetario il gioco e i suoi creatori non stanno affrontando un momento idilliaco: alcuni genitori infatti, considerando il gioco come qualcosa che dà assoluta assuefazione ed indipendenza, hanno indetto una class action contro Fortnite.

Sarebbe ciò che è successo in Canada, dove un giudice di una corte di tribunale ha anche accettato il reclamo dei genitori considerandolo con le parole: “Non sembra essere frivola o manifestamente infondata”.

Non solo, infatti lo studio legale Calex Legal che si occupa del caso da parte dell’accusa, ha addirittura paragonato l’assuefazione che può portare il gioco a quella della droga, esattamente della cocaina. Questo in realtà non è un paragone molto nuovo, dato che alcuni anni fa un reporter inglese aveva fatto lo stesso paragone per quanto riguarda il gioco Fortnite, ma basato invece su un’altra droga che ugualmente crea grande dipendenza, ovvero l’eroina.

Fortnite
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Epic Games ha cercato di rispondere in qualche modo alle accuse dei genitori tramite le parole della portavoce Natalie Munoz: “Disponiamo di controlli parentali leader nel settore che consentono ai genitori di supervisionare l’esperienza digitale dei loro figli”.

Come finirà la questione? La grande casa di produzione di videogiochi sarà alla fine costretta a pagare una multa salata? Il gioco continuerà ad essere prodotto e ad andare sul mercato?

Combattere con un colosso come quello dell’area videogame sembrerebbe effettivamente alla stregua del combattimento di Don Chiosciotte con i mulini a vento: ne abbatti uno, ma ne hai altri 10 davanti!