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Come evitare il pignoramento da parte dell’agenzia delle entrate riscossione

Evitare il pignoramento si può, ecco come – finanzamoney.it (Foto Adobe Stock)

Pignoramento dei beni da parte dell’ agenzia delle entrate riscossione: in questo modo è possibile evitarlo.

Se non si paga una cartella esattoriale, c’è la possibilità che lo stato pignori parte del proprio stipendio o della propria pensione.

Il pignoramento è l’incubo ricorrente di molti Italiani. Esso consiste nell’atto col quale l’agenzia delle entrate riscossione compie l’azione esecutiva sui beni del debitore. Detta azione avviene mediante l’espropriazione forzata di somme di denaro, beni mobili e immobili nella propria disponibilità.
In questi modo, il fisco preleva dal patrimonio del debitore quello che egli non ha ancora pagato.
In ogni caso, se si sa come fare è possibile intervenire tempestivamente per sospendere il pignoramento.

Vediamo come fare perché il fisco non vada a rivalersi sul nostro patrimonio.

Come bloccare il pignoramento

Per bloccare il pignoramento da parte dell’agenzia delle entrate occorre richiedere la rateizzazione del debito.

Dal 18 luglio 2022, con l’emanazione del decreto aiuti del governo Draghi, attraverso un’istanza all’agenzia delle entrate riscossione è possibile richiedere la rateizzazione del debito che abbia importo complessivo non superiore a 120.000 euro. Per una cifra compresa entro questo limite non c’è bisogno di dimostrare niente, se invece il debito supera i 120.000 euro, bisognerà dimostrare di essere in una situazione di difficoltà economica.

Una volta approvato il piano di dilazione del debito, si potrà iniziare a saldare l’importo dovuto in maniera dilazionata nel tempo. Per la sospensione dei pignoramenti in corso sarà sufficiente pagare la prima rata. Inoltre, anche i pignoramenti futuri che siano basati sul piano di dilazione del debito vengono impediti dalla rateazione del debito.
Perché questo non avvenga, però, è necessario rispettare la scadenza delle rate mensili. Se il mancato pagamento dovesse ripetersi otto volte di fila si decade dai benefici della rateizzazione del debito.

Il valore pignorabile da parte dell’agenzia delle entrate

Se non si pagano i debiti verso l’erario, l’agenzia delle entrate riscossione può pignorare salari, stipendi e altra indennità che riguardino rapporto di lavoro o di impiego.
La misura dello stipendio pignorabile varia in base al suo importo.
Per importi fino a 2.500 euro si pignora un decimo della somma percepita, un settimo per importi da 2.500 a 5.000 euro e un quinto per importi superiori a 5.000 euro.

Anche il pignoramento della pensione è possibile, e riguarda la parte che eccede il doppio del minimo vitale di sussistenza. Questo viene ricavato dall’importo dell’assegno sociale, e nel 2022 è pari al doppio di 468,28 euro, cioè 936,56.
In ogni caso, l’importo pignorabile deve essere pari ad almeno 1.000 euro, e se la propria pensione è inferiore a questa cifra, la stessa sarà impignorabile.

Per quel che concerne i beni immobili, non è possibile pignorare la prima casa, a meno che non sia di lusso. Questa condizione vale sempre se il debito non supera i 120.000 euro.

Le tempistiche del pignoramento

Secondo le norme tributarie, il pignoramento potrà partire dopo 60 giorni da quando avviene la notifica di pagamento. In questi sessanta giorni il debitore non dovrà pagare il debito né fare richiesta di rateizzazione dell’importo dovuto. Soltanto se non avviene nessuna di queste due azioni, il pignoramento avrà luogo.

Se l’azione esecutiva non verrà intrapresa per più di un anno dalla notifica della cartella, il pignoramento non potrà essere effettuato senza un preavviso di 5 giorni ulteriori.

Ecco come impedire che il fisco pignori il proprio patrimonio – finanzamoney.it (Immagine di mindandi su Freepik)

In questi 5 giorni il debitore potrà effettuare il versamento della somma dovuta, oppure potrà richiedere la rateizzazione.