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Sfratto con Legge 104: in questo modo è possibile opporsi

Sfatto per soggetti con legge 104
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Per coloro che dispongono di legge 104, esistono delle condizioni ben precise in merito allo sfratto da affittuari, vediamo quali

La legge 104 rappresenta il quadro amministrativo in tema di assistenza, integrazione sociale e diritti particolari per chi si trova in una condizione di disabilità, ma anche per le persone che se ne occupano. Sorge quindi spontanea la domanda: cosa accade in caso di fratto di un disabile con 104?

Per legge, non esiste alcuna regola specifica che permette al disabile con 104 di non essere sfrattato in caso di morosità, tuttavia, alcune normative possono venire a favore dell’inquilino con handicap e alla persona che gli presta assistenza.

Di norma, qualunque inquilino (anche in caso di disabilità), può essere frtattato dal proprio padrone di casa dopo un provvedimento apposito emesso dal magistrato. La pratica può essere avviata dal proprietario, dopo 20 giorni di ritardo della mensilità di affitto. Ovviamente è decisione del titolare della casa, quando attuare il provvedimento.

Tale procedimento può essere fatto anche in caso di inquilino con 104, a meno che questo, come ogni affittuario, paghi la somma dovuta anche dopo aver ricevuto la notifica. In alternativa, ci sono altri mezzi che andiamo ad analizzare in questo articolo. Il termine di grazia, per esempio, è una delle possibilità che anche chi dispone di legge 104 può richiedere al giudice in caso di fratto. Questa domanda – se accettata – può ritardare di 90 giorni lo sfratto esecutivo e quindi, l’inquilino dispone di questo lasso di tempo per trovare e pagare l’importo dovuto. In questo caso, l’udienza viene rinviata di 10 giorni dopo i 3 mesi di grazia concessi. Trascorso il tempo concesso l’affittuario ha la possibilità di pagare l’importo dovuto o cercare un’altra sistemazione.

Le condizioni di sfratto sul soggetto disabile

Anche se non esistono normative specifiche in caso di 104, che possano bloccare lo sfratto in caso di mancato pagamento, ci sono alcune variabili che tutelano l’inquilino in stato di disabilità. Con queste, infatti, è possibile rallentare ulteriormente la procedura.

Bagno abilitato per disabili motori con 104
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Da diversi anni è stata introdotta una misura in via emergenziale. Questa ha come scopo quello di tardare lo sfratto in caso di inquilino con handicap grave, ossia: il disabile dispone di un reddito lordo inferiore ai 27mila euro; colui che nel proprio nucleo famigliare è in presenza di una persona con più di 65 anni di età, un malato terminale o un’invalidità riconosciuta del 66%. In una di queste condizioni, lo sfratto viene congelato per un massimo di 18 mesi. Tuttavia, esistono altre due possibilità.

La prima è sicuramente dovuta alla ricerca di una sistemazione adeguata al soggetto disabile. L’handicappato, per legge, ha diritto di trovare una sistemazione opportuna alle sue cure mediche e al suo stato di salute. Questo prima che il soggetto venga sfrattato in maniera esecutiva. Il disabile, infatti, può imporsi nella volontà di rimanere nella casa, in quanto ha bisogno di essere sostenuto con gli strumenti medici. Detto ciò, la seconda possibilità consiste di avvalersi di questo diritto, in quanto lasciare la propria abitazione potrebbe causare un peggioramento psico-fisico per l’individuo. Ovviamente per opporsi allo sfratto, è necessario presentare certificazioni abilitate dello stato di salute.