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Energia rinnovabile, previsione estremamente ottimistica per il 2025: cosa succederà in Italia

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Le previsioni per i prossimi anni sull’energia rinnovabile coinvolgono strettamente anche l’Italia. Sarà un cambiamento così netto? 

Già si nota il cambiamento a livello globale per quanto riguarda l’aumento di richiesta di energia rinnovabile che già da quest’anno ha visto una generazione congiunta di eolica e solare che insieme formano il 22% della richiesta contro il 20% del gas. Questo solo nel precedente anno 2022.

Eppure le previsioni fanno ben sperare anche per il futuro con l’Agenzia internazionale dell’energia che prevede addirittura un aumento di richiesta di energie rinnovabili nei prossimi anni che arriverà fino al 35%, con un calo invece per quanto riguarda l’utilizzo del carbone.

Eppure rispetto agli standard medi europei, quelli dell’Italia non sembrano essere ancora in linea, anche se secondo uno studio condotto da Enel Foundation realizzato insieme a Elettricità Futura e Althesys,  la filiera delle rinnovabili, al 2030, potrebbe portare benefici economici per 345 miliardi e la creazione di mezzo milione di nuovi posti di lavoro.

I pareri però risultano ancora abbastanza discostanti sulla questione, come si vede dall’intervento del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che dice: “Non possiamo continuare a installare 3 gigawatt all’anno. Oggi a livello energetico siamo 2/3 fonti fossili e 1/3 rinnovabili, se rispetteremo il quadro presentato nel 2030 invertiremo le proporzioni”.

L’apertura all’energia rinnovabile: i pareri favorevoli

Per quanto riguarda il lavoro che si dovrebbe portare avanti entro il 2030 per l’Italia, si parla di un aumento di produzione sino a 85 GigaWatt.

Questo dicono gli esperti come Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura: Raggiungendo questo traguardo, nei prossimi 8 anni l’Italia potrà ridurre di 160 miliardi di metri cubi le importazioni di gas con un risparmio di 110 miliardi di euro”.

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“Nei prossimi anni ci sarà sempre più bisogno di tecnologie, competenze e visione strategica a supporto della transizione energetica e l’Italia potrà avere un ruolo da protagonista solo creando e rafforzando una catena del valore nazionale in grado di competere nello scenario internazionale” ha sottolineato inoltre Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel.

Nel quadro generale di investimento sulla produzione di gigawattora, l’Italia è nettamente come detto dietro gli standard europei, ma la parola d’ordine rimane solo la semplificazione dell’investimento stesso.