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Mutui, 7 anni di interessi riaccreditati per una clausola: controlla se ne hai diritto

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Vessazione delle banche su mutui a tasso variabile: dovranno restituire soldi

Si parla di un accreditamento degli interessi sui mutui a tasso variabile per un periodo che va dal 2015 al 2022. Ecco come puoi sapere se ne hai diritto.

Come stabilisce l’articolo 33 del Codice del Consumo se vi è assenza di una trattativa con il consumatore per qualsiasi ragione finanziaria, la decisione presa risulta vessatoria.

Con questa decisione è stata confermata l’irregolarità della clausola bancaria floor, che delinea un utilizzo sbagliato delle banche degli interessi sui mutui. Dunque per questo motivo la Corte di Giustizia di Milano ha decretato che dovranno ridare ben 7 anni di interessi ai loro utenti.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Il mutuo a tasso variabile è un finanziamento il cui tasso d’interesse è legato all’oscillazione di un indice di riferimento, generalmente l’Eurobond. Questi, definiti anche stability bond, rappresentano una metodologia che ripartisce equamente i debiti facenti parte del debito pubblico contratto dai paesi dell’eurozona.

Dobbiamo precisare che l’obiettivo della clausola floor potrebbe anche essere considerato giusto, dato che impone un tasso di interesse che non sia estremamente variabile, coprendo l’utente da eventuali cambiamenti sostanziali da parte dell’Eurobond e riducendo il tasso sino ad azzerarlo.

Mutuo a tasso variabile: ciò che non si può fare

Ma effettivamente è una mossa coercitiva bancaria che obbliga il debitore a pagare interessi che altrimenti, andando in negativo, non avrebbero dovuto pagare. E qui scatta la vessazione.

Ecco perché fatta questa necessaria premessa, le banche che hanno sottoscritto questa tipologia di clausola con i propri utenti sono state costrette al rimborso senza diritto di poter replicare alcuna cosa.

Eppure la clausola è stata comunque definita vessatoria perché impone:

  • una preventiva informativa, che la menziona tra le clausole vessatorie;
  • e una sottoscrizione ad hoc da parte del mutuatario.

Al mutuario va riportata la clausola per completo e non basta riportarla nel libretto illustrativo e per questo la clausola viene presentata come vessatoria.

La Corte d’Appello definisce la clausola chiaramente come che “determina uno squilibrio giuridico e normativo”. Solitamente comunque la clausola Floor viene posta pari allo spread e mette al riparo appunto, come abbiamo detto, da tassi di interesse troppo marcati dell’Euribod.

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Banche e clausola floor, ecco perché devono restituire dei soldi

Ecco perché alcune banche si sono tutelate assicurandosi comunque un’entrata minima, nota come zero floor inserendo nel contratto con i loro utenti una previsione che, anche se il tasso di interesse di riferimento che in questo caso è Euribor fosse inferiore a zero, lo stesso viene per convenzione mantenuto pari allo zero.