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Pensione reversibilità: i figli percettori possono lavorare senza perderla? Solo in questo caso

Gli studenti maggiorenni possono lavorare senza perdere la pensione di reversibilità se non si supera una determinata soglia.
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La pensione di reversibilità viene percepita anche dai figli studenti, se questi iniziassero a lavorare potrebbero perderla

La pensione di reversibilità per i figli maggiorenni ha lo scopo di permettere al giovane di completare gli studi sostenendolo economicamente. Lo studente percepirà l’assegno finché non finisce il percorso scolastico, condizione che non gli consente di cercare un lavoro stabile. 

La pensione spetta quindi per legge anche ai figli maggiorenni che svolgono attività di studio. Nel dettaglio, coloro che frequentano corsi di formazione o scuola superiore fino a 21 anni o studenti universitari fino a 26 anni (o comunque fino alla fine del percorso degli studi). La quota spettante al figlio è del 20% percepita dal genitore in vita. 

Purtroppo, chi non ha particolari aiuti finanziari e decide di abitare da solo, la pensione in questione non è sufficiente a garantirgli un tenore di vita quantomeno dignitoso. Lo studente qualora perdesse la stessa, lo stipendio percepito dai lavori saltuari non gli consentirebbe comunque di sostenere le spese quotidiane, soprattutto in questo periodo dove l’inflazione ha messo in ginocchio milioni di italiani. 

Motivo per cui sorge spontanea la domanda: se uno studente ha intenzione di proseguire gli studi e nel tempo libero o nel weekend decide di svolgere un’attività lavorativa saltuaria, per legge va incontro al rischio di perdere la pensione di reversibilità? Scopriamolo insieme. 

Se il figlio studente lavora perde la pensione di invalidità? 

Per legge, il figlio studente maggiorenne che è percettore di pensione della invalidità non può prestare attività lavorativa in quanto perderebbe l’assegno, però esistono alcune eccezioni in merito, vediamole insieme.

La pensione di reversibilità  per i figli maggiorenni ha lo scopo di permettere allo studente di poter completare gli studi e allo stesso tempo sostenerlo economicamente. Lo studente percepirà l'assegno finché non completa il percorso scolastico e quindi, non si trova in condizione di poter cercare un lavoro stabile. 
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La Corte Costituzionale, infatti, precisa che esistono dei certi limiti di retribuzione. Nel momento in cui lo studente lavora esclusivamente a livello saltuario e precario, non incorre nel rischio di perdere la pensione. Esiste nello specifico una determinata soglia da non superare. 

Si tratterebbe di una quota complessiva da permettere al giovane di raggiungere un reddito modesto che gli permetta di mantenersi. La quota proveniente dal lavoro non deve superare l’importo del trattamento minimo INPS maggiorato del 30%, ma vediamo nello specifico. Consideriamo che il trattamento pensionistico nel 2022 è pari a 525 euro al mese, per un complessivo di 6.825 annui. Lo studente, quindi, non deve superare con l’attività lavorativa circa 8.872 euro annui. Se quindi il lavoro svolto occasionalmente non supera questa cifra, non si correrà il rischio di perdere la pensione di reversibilità.