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Attacco hacker: nel mirino c’è anche l’Italia, qual è il pericolo?

Cybersicurezza
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La cybersicurezza è a rischio, nel mirino c’è anche l’Italia insieme agli altri paesi occidentali. I Governi stato seguendo attentamente la situazione. Vediamo quali sono i rischi effettivi.

 

Sembrerebbe che nel mirino degli Hacker questa volta ci sia quasi tutto il mondo, dall’Europa a l’America. L’attacco ha colpito anche il nostro Paese. L’attività è stata rilevata proprio dal Computer Securety Incident Response team Italia.

L’Agenzia per la cybersicurezza nazione, ha rilevato un attacco hacker tramite ransomware che ha coinvolto diverse decine di sistemi nazionali compromettendoli. Moltissimi sono poi i sistemi non ancora colpiti, ma verosimilmente esposti all’attacco, ai quali si chiede di aggiornare subito i propri sistemi.

Per quanto riguarda l’Italia, il Governo Meloni ha annunciato, per lo scorso lunedì, un incontro tra il sottosegretario delegato per la cybersicurezza, Antonio Mantovano, con Roberto Baldoni ed Elisabetta Belloni, responsabile del DIS, il dipartimento informazione e sicurezza al fine di stabilire e fare un primo bilancio causati dall’attacco hacker.

Secondo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, i server che sono stati presi di mira sono VMware ESXi. I paesi più colpiti dall’attacco sono Francia, Finlandia, Italia e Stati Uniti. La Presidente Giorgia Meloni, già nelle scorse settimane, in sede di Consiglio dei Ministri, ha dichiarato quanto fosse importante e necessario cercare di contrastare tale vulnerabilità dei sistemi informatici.

Attacco hacker lanciato tramite ransomware, cosa significa?

L’attacco è stato lanciato tramite ransomware, ovvero tramite un malware, un software capace di criptare i computer delle vittime, rendendo in questo modo illeggibili i file presenti. L’unico modo per poterne riavere l’accesso è pagare una somma di denaro agli hacker, i quali tramite una chiave di decifrazione, possono ripristinare la situazione.

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I ransomware sono dei “virus” diffusi tramite siti o link malevoli e/o compromessi. Bisogna stare molto attenti anche alla posta elettronica, infatti, molto spesso rischiamo di prenderli tramite un allegato da scaricare mascherato da un Pdf del lavoro o una bolletta da pagare, per fare un esempio. Questo perché i file non devono far sospettare di nulla la vittima che si vedrà da un momento all’altro criptato l’accesso ai propri device.

Di solito poi, le cifre che richiedono gli hacker per rispristinare l’utilizzo del vostro Pc o smartphone o anche tablet, vanno dalle decine alle centinaia di euro e si è sempre costretti a pagarle per non perdere tutti i propri dati. Ovviamente nel caso di aziende o di organizzazioni, le cifre sono molto più alte. Al momento la Polizia Postale sta monitorando la situazione in sinergia con 18 centri nelle varie regioni italiane per trovare una strategia sul da farsi.