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Gli italiani smettono di fumare, ma solo sigarette: cosa è cambiato

sigarette
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Il prezzo delle sigarette aumenta, ma i numeri dei fumatori cala. Gli Italiani avranno davvero smesso di fumare? 

Secondo le stime, sarebbero circa 2 milioni gli italiani che hanno smesso di fumare sigarette a cause degli ultimi rincari. Il costo per un pacchetto, infatti, è aumentato di circa 20 centesimi.

Come previsto dalla legge approvata il 29 dicembre 2022, già da questo mese di febbraio inizieremo a vedere i primi aumenti dei prezzi per i pacchetti di sigarette, che dovranno continuare ad aumentare in maniera graduale fino al 2025. Sono infatti previsti due ulteriori aumenti per il 2024 e il 2025.

In realtà, molti non hanno davvero smesso di fumare, ma sono passati semplicemente ad un altro prodotto o ad un’altra marca, in base a cosa costa meno dato che altri prodotti, come ad esempio il tabacco trinciato e sigarette elettroniche e affini.

In linea generale, si spenderà dai 5 ai 15 euro in più al mese e questo vuol dire che da un lato ne beneficeranno le casse dello Stato, ma dall’altro lato ci sarà una sorta di spostamento naturale delle abitudini di consumo dei clienti.

Cosa fumano gli Italiani?

L’aumento dei prezzi sarebbe essenziale per il Governo Meloni, al fine di poter operare alcune delle promesse fatte durante la campagna elettorale. Dovremmo quindi aspettarci rincari dai 20 ai 50 centesimi sul singolo pacchetto nei prossimi anni che andranno a rimpinguare sia le casse dello Stato e che metteranno uno “stop” all’acquisto di tali prodotti agendo positivamente anche dal punto di vista della salute dei consumatori. 

aumenti tabacco 2023
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Il consiglio, dati gli aumenti, sarebbe quello di smettere di fumare, ma sappiamo che per molti e difficile smettere. In tanti, quindi, stanno passando ad altri prodotti che hanno risentito meno degli aumenti. Ad esempio, sono in tanti a passare dal classico tabacco a prodotti da inalazione senza combustione, ovvero a sigarette con tabacco riscaldato. L’aumento per questi prodotti, infatti, è pari a circa il 35% in più, molto meno del 75% in più del tradizionale pacchetto di sigarette.

L’aumento dei prezzi, infatti, è da considerare anche nell’ottica di disincentivare i tabagisti a fumare e se da un lato questo è favorevole per la salute delle persone, dall’altro lato il rischio maggiore è per i tabaccai che vedranno le loro entrare diminuire drasticamente fino al 60% in meno. Molti di questi commercianti, infatti, stanno già rendendo la propria attività un esercizio misto offrendo anche altri servizi oltre la vendita di tabacco.