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Può lavarsi solo una volta a settimana, il marito non vuole: cosa ha deciso la legge

Uomo vieta alla moglie di farsi la doccia
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Il marito costringe la moglie a non lavarsi per più di una volta a settimana, la causa sarebbe il risparmio: il giudice condanna l’uomo. 

Nell’era del risparmio, c’è chi ha perso davvero la testa e obbliga il coniuge ad apportare tecniche di risparmio fuori da ogni logica sana. Tali pratiche, se attuate in maniera eccessiva e giornaliera, sono considerate delle vere e proprie violenze domestiche. Il caso specifico tratta una coppia sposata a Bologna, che peraltro non aveva nessun tipo di problema economico visto che entrambi i coniugi lavorano.

L’uomo imponeva alla moglie uno stile di vita fatto di restrizioni eccessive. La donna stanca e seguita per altro da uno psicologo, ha deciso di portare il marito davanti ad un tribunale.

Il marito tirchio: le violenze

Il marito controllava ogni uscita dal denaro familiare, niente di male fin qui, se non fosse che costringeva la donna a comprare solo sotto supervisione, non poteva acquistare prodotti di marca, se non in offerta, sia per la casa che per l’abbigliamento. Niente di spaventoso direte? La donna aveva delle regole ben stabilite anche nell’utilizzo del materiale. L’acqua utilizzata per lavarsi la faccia, doveva essere recuperata in una bacinella e riutilizzata in un secondo momento. Inutile specificare le conseguenze igieniche di tale pratica.

Anche l’utilizzo comune della spesa aveva delle regole ben precise: la donna racconta che, per andare in bagno poteva utilizzare solamente 2 strappi di carta igienica e la doccia non poteva essere fatta più di una volta a settimana. Per il pasto poteva essere utilizzato solo un piatto ed una posata per evitare ovviamente lo spreco d’acqua. La donna inizialmente ha accettato – o quantomeno tollerato – tale regime, ma il proseguo e le regole sempre più bizzarre e imposte dal marito, hanno fatto si che la moglie denunciasse quanto accaduto, la risposta della sentenza è stata chiara in merito.

Marito tirchio, è considerata violenza: la sentenza

Facendo riferimento alla sentenza n. 6785 del 7 giugno 2000, “La pervicace, sistematica condotta del coniuge tesa a rendere la vita insopportabile al partner con l’umiliante ed ingiustificata vessazione di esasperata avarizia integra gli estremi del reato di maltrattamenti in famiglia”. Questo comportamento del marito, seppur non fisico, costituisce il reato di maltrattamenti in famiglia. I medici infatti, le hanno diagnosticato un disturbo post traumatico da stress.

Sentenza su maltrattamento domestico
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La donna racconta che dopo aver gettato un tovagliolino nella spazzatura, il marito l’ha prelevato, ritagliandolo in piccole parti per poi sostenere che era pulito, e quindi riutilizzabile. Inutile negare che la donna non era assolutamente d’accordo con tale stile di vita, tanto che nascondeva anche gli scontrini dei suoi acquisti, dicendo che tali beni gli erano stati regalati da amiche.

Nella sentenza 6937/23 pubblicata il 17 febbraio 2023, i giudici scrivono che: «il rapporto matrimoniale impegna ciascuno del coniugi a un progetto di vita che riguarda anche le spese e il risparmio» . Tuttavia precisano «È indiscutibile che tale stile di vita debba essere condiviso e non possa essere imposto, men che meno in quelle che sono le minimali e quotidiane esigenze di vita in casa e accudimento personale». Tale pratica dunque, se non condivisa, porta ad un vero e proprio caso di vessazione.